Quando dico che torno in Trentino intendo dire Casatta. Un minuscolo paesino, una frazione di un comune chiamato Valfloriana - al confine tra la Val di Cembra e la Val di Fiemme - che in tutto conta 554 abitanti. Casatta è una manciata di case, c'è la sede del comune, un ambulatorio medico a giorni alterni, una scuola elementare, una chiesa e un piccolo negozietto. Non c'è nemmeno un bar. Ed è il paese dove i miei genitori hanno deciso di mettere le radici dopo la pensione e dove vive ancora la mia nonna.
Un paesaggio insolito senza neve in questo febbraio 2012.
Ed è qui che ogni anno, il sabato di carnevale, si celebra ormai da tantissimi anni una festa molto particolare. Si tratta di una sfilata di maschere un po' strane, chiamate i "Matoci" che sfilano in tutti i paesini del comune. All’ingresso di ogni frazione il Matocio viene fermato e interrogato e lui, rispondendo in falsetto (aiutato in ciò anche dalla maschera di legno che ne camuffa la voce), deve essere tanto abile da non farsi riconoscere. Il tutto ovviamente nel dialetto locale. Di frazione in frazione il corteo variopinto e sghignazzante arriva fino a Casatta, la frazione posta più in basso, dove in genere ha luogo il grande ballo finale. (Per altre info guardate qui).
Partiamo dai numeri per l'impasto
Oltre ad acqua, sale e pepe.
Si fanno i canederli (le balòtole, come nella nota canzone "per fare dei canederli")
E' importante contarli per bene…
Per la cottura ci vogliono gli attrezzi giusti,
Perfetti, l'impasto è morbido, saporito al punto giusto e con questo freddo sono una coccola!
Spazzolati.
Un altro piatto tipico dei giorni di carnevale sono gli spaghetti con le sardele, che altro non sono che spaghetti con un sugo di acciughe, aglio e capperi. Riflettendo sulla parola "sardele", che è in dialetto trentino e che si riferisce alle acciughe, mi sono resa conto che è una contaminazione dal tedesco, in cui Sardellen sono proprio le acciughe (e non le sarde). Un piatto della cucina povera, ma buonissimo, soprattutto se spolverizzato con tanto Trentingrana.
Buon martedì grasso!
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Ecco la ricetta dei canederli (versione trentina e non altoatesina) per dosi più umane… E' difficile trovare una ricetta con le dosi giuste per i canederli, essendo una ricetta tradizionale si va sempre a occhio:
500 g. di pane raffermo ma non duro, tagliato a pezzettini e latte per bagnarlo, 2 uova piccole, 1 lucanica trentina fresca sbriciolata e fatta precedentemente scaldare, 50 g. di mortadella tipo bologna a pezzettini, Trentingrana grattugiato, un mazzetto di prezzemolo tritato, un cucchiaio di farina, un pizzico di sale. Fare dei canederli impastando il tutto con le mani, infarinarli, metterli a cuocere lentamente nel brodo di carne per 10 minuti. Si possono gustare in brodo oppure asciutti con burro fuso.
:) è tantissimo che non faccio i canederli.... che voglia!
RispondiEliminagrazie ;)
1) voglia di Val di Rabbi a mille; 2) voglia di canederli con il sapore della montagna dentro; 3) voglia di partire. Grazie Marina per questo amarcord. PS: ma che ci fa una pasta con il pesce in montagna? :-)
RispondiEliminaEffettivamente non c'entra nulla, eppure le acciughe sotto sale o sott'olio sono l'unico tipo di pesce che è sempre stato disponibile nella cucina trentina, proprio perché si conserva a lungo… è una magra consolazione per i trentini :-))))))
Elimina84 uova e 160 panini!??!!!
RispondiEliminasenti e se dimezzassi le dosi? :DDD
scherzo ovviamente...
stupendi e buonissimi
sono favolosi!! é tantissimo che non li preparo... ^_^
RispondiEliminaPassavo per dirti (anche se forse lo saprai già) che nel nuovo numero della rivista La cucina del corriere della sera c'è un (food) articolo su Bangkok e la thailandia, e si parla del blue elephant e della loro scuola di cucina a Bangkok che organizza una mezza giornata per persone che vogliano imparare i piatti tipici dall'acquisto dei prodotti all'assagio al fianco di grandi chef. Ora forse tu già li conoscerai i piatti tipici, ma siccome io se fossi la un salto lo farei, avevo pensato che forse ti interessava ^_^
un abbraccio...
Dolcissima la storia che ti lega a casatta, un po' ti ho immaginata alla finestra mentre studi... bellissimo quest'omaggio attraverso i canederli!
RispondiEliminamai preparati, ma dalla tua foto sembrano squisiti, un abbraccio SILVIA
RispondiEliminaIl tuo post mi ha fatto sognare, letteralmente: per il posto, per la storia, per la forte presenza della memoria, per questa ricetta che ha dentro tutto il carattere di un luogo e che mi fa venire fame al solo pensiero. Le tue foto sono dei veri racconti, sempre più belle e dense di carattere. Grazie per questo racconto. Ti abbraccio, PAt
RispondiEliminaHo sognato con le tue parole e con le tue immagini... come mi piacerebbe abitare in un paese così.... ma mi manca il coraggio per farlo... il lavoro i genitori oramai anziani e chissà se una volta arrivata alla pensione, la salute ci concederà un pò di pace per trascorrere serenamente gli anni che rimangono, per il momento sogno... e mi immagino il favoloso sapore di queste canederli, ricchi di storia e di tradizioni.
RispondiEliminaUna versione ridotta per 5 persone come la posso fare? :-) grazie!