27 marzo 2012

Le conseguenze di un acquazzone
It happens when it rains



Quando si gira per Bangkok, capita spesso di essere sorpresi da un acquazzone. Se non si è nel bel mezzo della stagione delle piogge (che inizia verso metà maggio), lo scroscio di pioggia può durare anche pochi minuti. Ma è quasi sempre sufficiente a scatenare il caos più feroce nel centro cittadino. Il traffico va letteralmente in tilt nel giro di pochi minuti e all'improvviso prendere un taxi può diventare un'impresa epica. E se si riesce a salire sul taxi, arrivare a destinazione in tempi umani può essere altrettanto arduo.


In questi casi è meglio evitare auto, taxi o tuk-tuk o qualsiasi altro mezzo che si muova su strada e limitarsi all'efficientissima metropolitana di superficie BTS che vi porterà dappertutto in città senza intoppi (a patto che con voi abbiate sempre una stola o una maglietta per coprirvi il collo perché la temperatura media a bordo dei treni è di circa 20 gradi e quando ci si sale generalmente si è sudati come degli gnù).


Ma a volte l'acquazzone non ti dà il tempo di raggiungere la stazione della metropolitana e se c'è un mall (uno dei tanti grandi magazzini della metropoli) nei paraggi, meglio entrarci e aspettare che spiova.
Noi l'abbiamo fatto, qualche istante dopo essere sorpresi dalla pioggia ma non prima di aver comprato una coroncina di fiori da portare in uno dei tantissimi tempietti allestiti in ogni angolo della città.










In questo tempietto, c'era talmente tanto incenso acceso che era quasi impossibile respirare.








E poi ci siamo rifugiati nel mall Amarin, nel quale ci ha accolto subito questo festival. Del resto la Thailandia è una grande capitale dell'Estremo Oriente e qui è facilissimo approfondire la cultura e la cucina di altre popolazioni asiatiche, molto di più che in Europa ovviamente. Ed eccoci finiti in un piccolo angolo di Giappone, con un mercatino di oggetti tipici di questo paese (dalla formina per fare gli onigiri di riso alle tazze in ceramica per il tè verde) e una piccola carrellata di street food in salsa nipponica. Il Paese del Sol Levante, una terra che non ho mai visitato ma che ho più volte in un certo "assaporato" da lontano e che ha su di me un fascino speciale.


Con l'occasione abbiamo gustato qualche piatto locale, come i classici Gyoza di maiale, che avevo cucinato a suo tempo e che rimangono per (e non solo) una delle cose più buone e sfiziose che abbia mai mangiato (e non ho ancora assaggiato la versione originale in Giappone...)










E questi chi saranno stati? Due elementi di una famiglia di expat giapponesi?








Sul nostro tavolo...








E poi ho assaggiato i Takoyaki e ho visto cucinarli.














Per vedere come si fanno e leggere la ricetta, vi consiglio il video di quella che considero la mia guru di cucina giapponese, la protagonista del canale YouTube Cooking with dog: How to make Takoyaki たこ焼きの作り方. Si tratta di palline fatte con una morbida pastella a base di farina e uova, con un ripieno di polpo tritato. E' divertentissimo vedere la tecnica (secondo me complicatissima) utilizzata per rigirare le palline, man mano che si formano. Non so se dalle mie foto si capisce, ma nel video qui sopra è chiarissimo.




Passata la pioggia, giusto il tempo di una passeggiatina nel parco Lumpini, in pieno centro, che costituisce un piccolo polmone verde (uno dei pochi, purtroppo) in cui molti thailandesi amano passeggiare o affittare un piccolo pedalò a forma di cigno per farsi un giro sul lago artificiale. Il caldo è, manco a dirlo, soffocante, con quel grado di umidità in più portata dall'acquazzone, ma tutto questo verde lussureggiante e lo specchio d'acqua danno una vaga illusione di freschezza e di aria pulita.







A presto.

Sawasdeekaaa

5 commenti:

  1. Sawasdeekaaa a te e grazie per questo fantastico reportage!
    Mamma mia quanto mi mancano gli acquazzoni di BKK, i malls con le loro cianfrusaglie, i templi invasi dal fumo e incenso e, dulcis in fundo, lo streetfood, i food festival e la mania e l'amore die Thai per il cibo e per la varietà delle cucine
    I <3 GYOZA too!
    PS immagini molto nitide e luminose, nonostante la nota nuvolona grigia di bkk, bravissima!

    RispondiElimina
  2. Una coroncina di fiori anche per me, da lasciare in un tempio saturo d'incenso... sei immersa in una dimensione parallela Marina. Le foto sono bellissime e chiare, Vaty prima e meglio di me conferma che non deve essere facile :)

    RispondiElimina
  3. Vedendo ogni volta queste tue foto non posso far altro che invidiarti (benevolmente, ovvio) e augurarti un radioso futuro. Conoscevo i takoyaki, ma non ho mai avuto la fortuna di mangiarli.
    Un bacio e a presto.

    RispondiElimina
  4. SOS Marina che bellezza. Non mi stanco mai di leggerti e le tue immagini sono davvero superlative...e che curiosita' questi Gyoza, mi hai fatto venire voglia di provare a farli. Non farti attendere. Ti abbraccio, Pat

    RispondiElimina
  5. Ciao Marina, attendo i tuoi post con grande curiosità ed è bello poterti leggere ed avere un punto di vista culturale e culinario privilegiato.
    Un abbraccio.

    RispondiElimina